L’8 e 9 giugno 2025, i cittadini italiani saranno chiamati a votare su cinque quesiti referendari, quattro dei quali riguardano il lavoro e uno la cittadinanza. Il secondo quesito si concentra sulla tutela dei lavoratori nelle piccole imprese, proponendo l’abrogazione del limite massimo di sei mensilità per l’indennizzo in caso di licenziamento ingiustificato.
Attualmente, nelle aziende con meno di 16 dipendenti, in caso di licenziamento illegittimo, il lavoratore ha diritto a un’indennità economica compresa tra un minimo e un massimo di sei mensilità. Questo limite è stato stabilito per bilanciare le esigenze di flessibilità delle piccole imprese con la necessità di garantire una forma di tutela ai lavoratori.
Il secondo quesito referendario propone di abrogare parzialmente l’articolo 8 della legge 15 luglio 1966, n. 604, eliminando il tetto massimo di sei mensilità per l’indennizzo in caso di licenziamento ingiustificato nelle piccole imprese. L’obiettivo è permettere al giudice di determinare l’entità dell’indennizzo caso per caso, senza un limite prestabilito, considerando fattori come l’età del lavoratore, l’anzianità di servizio, i carichi familiari e le condizioni economiche dell’azienda.
Se il referendum dovesse avere esito positivo, i giudici avrebbero la possibilità di stabilire l’indennità in base a diversi fattori, come l’anzianità di servizio, l’età del lavoratore, le condizioni del mercato del lavoro e le circostanze specifiche del licenziamento. Questo potrebbe portare a un aumento delle indennità riconosciute ai lavoratori licenziati ingiustamente nelle piccole imprese, garantendo una maggiore equità e giustizia.
Favorevoli al Sì:
CGIL e altre organizzazioni sindacali: Sostengono che l’eliminazione del tetto massimo di indennizzo consentirebbe una maggiore equità, permettendo ai giudici di valutare caso per caso l’entità del risarcimento, tenendo conto delle specifiche circostanze del lavoratore e dell’azienda.
Favorevoli al No:
Associazioni di categoria delle piccole imprese: Temono che l’eliminazione del limite possa comportare un aumento dei costi per le aziende, con possibili ripercussioni sull’occupazione e sulla stabilità economica delle imprese di piccole dimensioni.
Il secondo quesito referendario del 2025 rappresenta un’importante occasione per riflettere sulle tutele dei lavoratori nelle piccole imprese e sull’equilibrio tra diritti dei lavoratori e sostenibilità economica delle aziende. La decisione degli elettori avrà un impatto significativo sul futuro del mercato del lavoro italiano, in particolare per i circa 3,7 milioni di lavoratori impiegati in aziende con meno di 16 dipendenti.
Referendum 2025: Il Secondo Quesito sulle Tutele dei Lavoratori nelle Piccole Imprese
