Spira Francesco, il papa gesuita venuto «dall’altro mondo»

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Papa Francesco

Jorge Mario Bergoglio si è spento dopo il ricovero al Gemelli. Il Pontefice aveva 88 anni. Nato il 17 dicembre 1936 a Buenos Aires, in Argentina, è stato il 266esimo Papa della Chiesa cattolica. Lo ha comunicato il cardinale Kevin Farrell, Camerlengo di Santa Romana Chiesa: “Carissimi fratelli e sorelle, con profondo dolore devo annunciare la morte di nostro Santo Padre Francesco. Alle ore 7:35 di questa mattina il Vescovo di Roma, Francesco, è tornato alla casa del Padre. La sua vita tutta intera è stata dedicata al servizio del Signore e della Sua chiesa. Ci ha insegnato a vivere i valori del Vangelo con fedeltà, coraggio ed amore universale, in modo particolare a favore dei più poveri e emarginati. Con immensa gratitudine per il suo esempio di vero discepolo del Signore Gesù, raccomandiamo l’anima di Papa Francesco all’infinito amore misericordioso di Dio Uno e Trino”. Durante il suo pontificato ha portato avanti diverse riforme e molti dei suoi messaggi – dal clima ai migranti, fino ai vaccini e alla lotta contro l’aborto – sono entrati nella storia. Tra i temi della sua missione l’importanza della misericordia, della giustizia sociale e della vicinanza ai poveri. Bergoglio è stato il primo gesuita a diventare Papa (ordine fondato da Ignazio di Loyola nel 1534) e il primo Pontefice proveniente dal continente americano. «Fratelli e sorelle, buonasera. Voi sapete che il dovere del Conclave era di dare un vescovo a Roma. Sembra che i miei fratelli cardinali sono andati a prenderlo quasi alla fine del mondo», disse affacciandosi per la prima volta dalla finestra di Piazza San Pietro. E le sue origini dall’«altro mondo» Bergoglio le ha sempre rivendicate nel suo magistero, segnato sul piano politico soprattutto dalla predicazione in favore degli ultimi, a partire dai migranti. Pur arrivando «dall’altro mondo», Bergoglio in realtà aveva nel suo Dna anche radici europee. Italiane, come per milioni di suoi concittadini. Il padre Mario, funzionario delle ferrovie originario dell’astigiano, era salpato nel 1928 da Genova alla volta dell’Argentina in cerca di fortuna, mentre la famiglia della madre, Regina Maria Sivori, era ligure. Jorge Mario fu il primo di cinque figli della coppia formatasi a Buenos Aires. La scelta del nome di Francesco, da Pontefice, è legata alla speranza di seguire le orme del santo di Assisi. Bergoglio è cresciuto in una famiglia di origini italiane e ha studiato Chimica prima di entrare nel seminario.

Dopo essersi diplomato come tecnico chimico e aver svolto alcune esperienze lavorative – da addetto alle pulizie e da buttafuori –, segue la vocazione spirituale ed entra nel seminario, scegliendo la strada del sacerdozio all’età di 21 anni. L’11 marzo 1958 inizia il noviziato con i gesuiti della Compagnia di Gesù, tra l’Argentina e il Cile. Ha compiuto studi umanistici in Cile e nel 1963, di ritorno a Buenos Aires, ha conseguito la laurea in filosofia presso la Facoltà di Filosofia del collegio massimo «San José» di San Miguel. Fra il 1964 e il 1965 è stato professore di letteratura e di psicologia nel collegio dell’Immacolata di Santa Fe e nel 1966 ha insegnato le stesse materie nel collegio del Salvatore di Buenos Aires. Dal 1967 al 1970 ha studiato teologia presso la Facoltà di Teologia del collegio massimo «San José», di San Miguel, dove ha conseguito la laurea in teologia. Dopo l’ordinazione a sacerdote il 13 dicembre 1969, ha continuato la sua formazione con i gesuiti. Fra il 1980 e il 1986 è stato rettore del collegio massimo e delle Facoltà di filosofia e teologia di San Miguel e parroco della parrocchia del Patriarca San José, nella Diocesi di San Miguel. Nel marzo 1986 si è recato in Germania per ultimare la sua tesi dottorale; quindi i superiori lo hanno destinato al collegio del Salvatore, da dove è passato alla chiesa della Compagnia di Gesù nella città di Cordoba, di cui nel 1986 fu nominato direttore spirituale e confessore. Il 20 maggio 1992 Giovanni Paolo II lo ha nominato vescovo titolare di Auca e Ausiliare di Buenos Aires. Il 27 giugno dello stesso anno ha ricevuto nella cattedrale di Buenos Aires l’ordinazione episcopale dalle mani del Cardinale Antonio Quarracino, del Nunzio Apostolico Monsignor Ubaldo Calabresi e del Vescovo di Mercedes-Luja’n, Monsignor Emilio Ogñe’novich. Il 3 giugno 1997 è stato nominato arcivescovo Coadiutore di Buenos Aires e il 28 febbraio 1998 Arcivescovo di Buenos Aires per successione, alla morte del Cardinale Quarracino. È autore dei libri: «Meditaciones para religiosos» del 1982, «Reflexiones sobre la vida aposto’lica» del 1986 e «Reflexiones de esperanza» del 1992. È Ordinario per i fedeli di rito orientale residenti in Argentina che non possono contare su un Ordinario del loro rito. Gran Cancelliere dell’Università Cattolica Argentina. Relatore Generale aggiunto alla 10ª Assemblea Generale Ordinaria del Sinodo dei Vescovi (ottobre 2001). Dal novembre 2005 al novembre 2011 è stato Presidente della Conferenza Episcopale Argentina. Da Giovanni Paolo II creato cardinale nel Concistoro del 21 febbraio 2001, del Titolo di San Roberto Bellarmino. Come cardinale tale entrò a far parte negli anni seguenti di una serie di importanti dicasteri e Congregazioni della Curia romana, come il Pontificio Consiglio per la Famiglia, la Congregazione per il Clero, il Culto Divino, la Disciplina dei Sacramenti, gli Istituti di vita consacrata e le Società di vita apostolica e della Pontificia Commissione per l’America Latina. Considerato «papabile» già dopo la morte di Giovanni Paolo II, nel 2005, otto anni più tardi, dopo la clamorosa rinuncia di Joseph Ratzinger (Papa Benedetto XVI), il 13 marzo del 2013 Jorge Mario Bergoglio partecipa al conclave nel quale, dopo cinque scrutini, viene eletto Sommo Pontefice.

Durante il suo pontificato sono stati molti i momenti di svolta. Nei Sinodi nel 2015 e del 2016 riammette ai sacramenti i divorziati risposati e sollecita più attenzione nei confronti di unioni civili, coppie di fatto e omosessuali, per i quali chiede “rispetto e accoglienza“. L’11 aprile 2015 Papa Francesco, inoltre, indice ufficialmente un Giubileo straordinario dedicato alla misericordia, che durerà dall’8 dicembre 2015 al 20 novembre 2016. Sempre nel 2016 un altro gesto storico: di ritorno dall’isola greca di Lesbo, dove si era recato per solidarietà ai rifugiati, decide di portare con sé a Roma 12 profughi. Negli anni da Pontefice Bergoglio ha anche portato avanti numerose riforme tra cui quella della Curia, dello Ior e del codice penale vaticano. Un’altra svolta è stata sicuramente la progressiva distensione dei rapporti con la Cina. Tanti anche gli appelli per la lotta al cambiamento climatico, poi nel 2023 – dopo quasi quattro anni di sperimentazione, consultati gli episcopati e i dicasteri della Curia romana – Papa Francesco promulga le procedure per prevenire e contrastare il fenomeno degli abusi sessuali all’interno della Chiesa cattolica. Il 14 giugno 2024 Bergoglio è stato il protagonista del G7 in Puglia, prima volta per un Pontefice. Molte le iniziative durante questi anni per gli ultimi della società. Dalla Giornata Mondiale dei Poveri, per sensibilizzare la comunità internazionale sulla condizione dei poveri e per promuovere azioni concrete di solidarietà, alla Elemosineria Apostolica con la quale ha potenziato l’ufficio del Vaticano che si occupa di distribuire aiuti ai bisognosi. Ha costantemente esortato la Chiesa e i governi a non dimenticare chi ha bisogno, e spesso ha lavorato per la giustizia sociale e a creare politiche per i più vulnerabili. Garantire che tutti abbiano accesso ai beni essenziali è stato uno dei punti principali del suo pontificato.

Con la sua enciclica “Laudato si’” ha espresso anche le sue profonde riflessioni sull’ambiente, mettendo al centro l’ecologia, sottolineando che la cura del pianeta è una responsabilità di tutti, perché natura e uomo sono interconnessi. Negli ultimi anni i suoi viaggi apostolici hanno toccato diversi Paesi, tra cui l’Iraq nel 2021, che fu la prima visita di un Papa in questo paese. Nel 2019 il sinodo sull’Amazzonia (2019) venne convocato per discutere le sfide ambientali e sociali della regione amazzonica, culminando nell’esortazione apostolica “Querida Amazonia”. Esemplare di tale priorità fu il suo primo viaggio fuori da Roma: a Lampedusa a luglio 2013 Francesco lanciò in mare una ghirlanda di fiori bianchi e gialli di fronte alla “Porta d’Europa”, quel continente rimasto solo nei sogni di migliaia di migranti morti tentando di attraversare il Mediterraneo. Per la loro salvezza e accoglienza si sarebbe poi pronunciato regolarmente, a costo di andare in “contropiede” rispetto alle forze xenofobe salite alla ribalta di governo un po’ in tutto l’Occidente durante il suo pontificato. Ma lottare per gli ultimi, nella sua visione, ha significato anche chiedere un impegno corale della comunità internazionale per tutelare l’ambiente, dunque il creato, come teorizzato nell’enciclica Laudato si’, promulgata nel 2015. L’altra sua enciclica forse più caratterizzante, “Fratelli tutti” (2020), ha invece posto le basi della sua aspirazione a una vera «fratellanza umana» al di là delle appartenenze culturali e religiose. Battaglia anche questa quanto mai controcorrente in un mondo di nuovo squassato dalle guerre durante il suo Pontificato, dalla Siria all’Ucraina, da Israele/Gaza all’Africa. L’inedita condizione di «secondo Papa», accanto ad uno emerito ancora in vita per quasi dieci anni – seppur defilato nel buen retiro di Castel Gandolfo – non ha impedito a Bergoglio di imprimere la sua linea anche sul piano dottrinale. Sui temi della vita, Papa Francesco è rimasto attestato sulle tradizionali posizioni della Chiesa: ripudio dell’aborto, definito a più riprese e senza mezzi termini «omicidio», così come dell’eutanasia, rubricata anch’essa a sintomo di una pericolosa «cultura della morte», difesa a spada tratta della famiglia (tradizionale) come nucleo fondante della vita e della società. Al contempo però Bergoglio ha lanciato negli anni significativi segnali di “comprensione” dell’omosessualità. Sul volo di ritorno dal Brasile, nel luglio del 2013, Papa Francesco, incalzato dai giornalisti, risponde: “Se una persona è gay e cerca il Signore e ha buona volontà, chi sono io per giudicarla?”, (si) chiese già pochi mesi dopo l’elezione. E ha aperto alle donne all’interno della Chiesa, compiendo passi per rompere un secolare tabù, sino a dichiarare nel 2022 di voler nominare due donne nel dicastero della Curia incaricato di selezionare i nuovi vescovi. Per quest’agenda riformista, che fa il paio con quella progressista sul piano politico ricordata sopra, Bergoglio ha da sempre dovuto fare i conti con una tenace fronda conservatrice all’interno della Chiesa, presente sia nella Curia romana che altrove (Usa in primis), che a più riprese ha tentato di attaccarlo e screditarlo. «Alcuni mi volevano morto, quegli attacchi sono opera del diavolo», si sfogò nel 2021 dopo aver subito un intervento al colon e ribadì poi nella sua autobiografia. Francesco si è trovato a dover gestire anche alcuni dei casi più spinosi e imbarazzanti per la Chiesa. Primo fra tutti è certamente la piaga interna della pedofilia e degli abusi su minori. Nel 2014, Bergoglio chiese pubblicamente perdono per il male inferto da «alcuni sacerdoti» attraverso gli abusi sessuali compiuti su bambini, quindi istituì la Pontificia commissione per la tutela dei minori. A livello pratico, ha fatto seguito a tali passi la riforma delle procedure interne alla Chiesa in caso di presunti abusi varata nel 2019. L’azione del Vaticano contro la pedofilia sotto Francesco è stata giudicata ciononostante insufficiente da parte di alcune delle vittime o attivisti, che hanno negli anni lamentato la mano tutt’altro che dura nei confronti di alcuni alti membri del clero accusati di aver attuato o protetto abusi – come il cardinale americano Bernard Law (di cui officiò i funerali nel 2017), i diplomatici e monsignori Józef Wesołowski e Carlo Alberto Cipolla (richiamati a Roma così da evitare loro delicati processi oltreoceano) o ancora l’arcivescovo di Sidney George Pell. Francesco ha tentato di spingere sul piede della pulizia e della trasparenza pure sulle operazioni spesso controverse dello Ior, istituendo già pochi mesi dopo la sua nomina un’apposita «Pontificia commissione referente» sulla banca vaticana. E nel 2020 ha reagito duramente allo scandalo finanziario che ha visto coinvolto il cardinale Giovanni Angelo Becciu, sollevandolo dall’incarico di prefetto della congregazione dei Santi e da ogni diritto legato al cardinalato.

Al giovane Bergoglio fu asportata all’età di 21 anni la parte superiore del polmone destro a seguito di una grave polmonite: condizione questa con cui ha tuttavia sempre convissuto senza problemi. In tarda età il Papa ha però dovuto iniziare a fare i conti con vari acciacchi e guai di salute. A luglio 2021 ha dovuto sottoporsi al menzionato intervento per l’asportazione di una parte del colon. Poi a infastidirlo sono stati anche alcuni problemi a un ginocchio, derivanti da una frattura ai legamenti. A causa di ciò dal 2022, dopo essersi appoggiato sempre più di frequente al bastone, Francesco ha dovuto accettare di muoversi prevalentemente in carrozzina. A partire dal 2023, Bergoglio è poi stato in cura a più riprese, sempre al Gemelli di Roma, per delle forme di bronchite, e in un’occasione anche per un intervento di laparotomia. Più volte poi negli ultimi mesi era stato costretto a rinunciare a incontri o omelie in programma per ragioni legate alla salute. Acciacchi della terza età su cui Bergoglio ha sempre volentieri scherzato, sdrammatizzando le sue condizioni e negando di voler abdicare come fatto dal suo predecessore – a meno di non rendersi conto un giorno di non essere più in grado di guidare adeguatamente la Chiesa. Impegno cui Bergoglio ha tenuto fede sino all’ultimo giorno. Ora per il mondo cattolico è il momento del lutto e della commozione. Poi verrà quello di voltare pagina, scegliendo nel prossimo Conclave l’erede del Pontefice «venuto dall’altra parte del mondo».