Una donna di 30 anni, Lucia Iervolino, è morta per gravi ustioni che si sarebbe procurata in casa. L’episodio si è verificato a Ottaviano e sulle cause per il momento i carabinieri e la Procura di Nola mantengono cautela e si fanno solo ipotesi. Tra le altre, quelle di un incidente domestico. La donna era mamma di tre bambini, il primo di 11 anni e l’ultima di 8 mesi. Il decesso è avvenuto in ospedale a causa di ustioni di terzo grado su tutto il corpo. Nonostante la corsa al Cardarelli, non c’è stato niente da fare. «Un quadro clinico disperato» hanno chiosato i medici del reparto rianimazione. Nella mattinata del 1° aprile, la donna è stata soccorsa in casa, in via Ferrovie dello Stato 134, a Ottaviano, dal 118 e trasportata d’urgenza al Centro Grandi Ustionati dell’ospedale Cardarelli di Napoli. Sono le 11 quando arriva una prima telefonata al 112. Una persona a terra con ustioni gravi. Respira a fatica, Lucia, quando arrivano i sanitari del 118 di San Gennaro Vesuviano che la trasportano d’urgenza all’ospedale di Nola e poi, viste le condizioni, al Cardarelli di Napoli, specializzato in grandi ustionati. Le sue condizioni sono apparse subito molto gravi e, infatti, un’ora dopo l’arrivo in ospedale la 30enne è purtroppo deceduta. Intervengono i carabinieri di Torre Annunziata che accompagnano il marito nella caserma di Ottaviano per un primo interrogatorio. Qui le cose si complicano. La versione data sulle prime dai vicini, la doccia e il corto circuito con l’elettrodomestico, non torna. L’uomo era in casa, ha chiamato lui i soccorsi, e in bagno non ci sarebbero tracce dell’incidente. Nel trilocale, che confina con quelli, nello stesso stabile, della madre e della sorella della vittima, gli esperti della V sezione rilievi trovano tracce di benzina. Cambia tutto. La donna era presidentessa dell’associazione Soccorso San Gennaro, che fornisce ambulanze e auto mediche anche al 118 e all’Asl.
Uccisa dal marito, Francesco Sansone, 31 anni, incidente domestico o suicidio? Queste le ipotesi per un caso pieno di contraddizioni. Una versione parla di incidente domestico. La giovane, dopo esser uscita dalla doccia, avrebbe acceso un phon. Pavimento bagnato, corto circuito, incendio. L’uomo in strada con la figlia piccola. Così, almeno, stando a una prima ricostruzione. Secondo un’altra versione, l’uomo avrebbe sentito le urla della moglie e, accorso in suo aiuto, l’avrebbe trovata avvolta dalle fiamme con una bottiglietta di alcol etilico denaturato ancora in mano. Restano da chiarire le esatte dinamiche che hanno portato al tragico incidente e il motivo per cui Lucia avesse con sé la bottiglietta di alcol. Il marito, interrogato per circa nove ore, ha dovuto ripetere più volte il suo racconto e rispondere a numerose domande, soprattutto su alcune incongruenze emerse nella prima versione fornita. Al momento non risulta indagato, ma la storia non quadra completamente per un presunto rinvenimento di liquido infiammabile nell’appartamento, la stanza da bagno inspiegabilmente pulita, zero tracce nel resto della casa. Nelle ultime ore, nonostante le modalità cruente del decesso, gli inquirenti – sulla vicenda indagano i carabinieri, coordinati dalla Procura di Nola – propendono sempre di più verso l’ipotesi incidente- suicidio, escludendo dunque che si sia trattato di un femminicidio. Nella giornata di ieri, il marito è stato lungamente ascoltato in Procura, davanti al pm di turno, Aurelia Caporale, e ai carabinieri di Ottaviano e di Torre Annunziata, come persona informata sui fatti. Stando a quanto ricostruito dai militari dell’Arma, sarebbe stato l’uomo, che si trovava in casa al momento della tragedia, a trovare la moglie in bagno e ad allertare i soccorsi. Le indagini proseguono per fare piena luce su quanto accaduto, risultando ancora diversi aspetti da chiarire: nessuna pista è esclusa, né quella del gesto volontario né l’incidente domestico. La donna, presidente dell’associazione soccorso San Gennaro dove lavora anche il marito come responsabile ambulanze, non avrebbe lasciato messaggi o fatto presagire un gesto estremo. I Sansone hanno una bimba di 8 mesi che non si sarebbe accorta di nulla. L’appartamento è stato messo sotto sequestro per permettere i rilievi. Il marito, interrogato per tutto il pomeriggio in caserma per ricostruire esattamente i momenti precedenti al dramma, resterebbe il principale indiziato se la Procura deciderà di aprire un fascicolo per omicidio. L’uomo nega di essere il responsabile ma restano molti punti oscuri. Uno fra tutti il luogo, la stanza in cui Lucia si sarebbe data fuoco o sarebbe stata uccisa, visto che in casa non sono stati trovati evidenti segni del rogo. La Procura di Nola ha aperto un fascicolo di indagine contro ignoti. Per chiarire gli ultimi interrogativi sul caso, è stata disposta l’autopsia sul corpo della donna.